Bentornati cari lettori! Come avrete intuito già dal titolo, questo articolo si propone di analizzare la relazione tra la Musicoterapia in qualità di supporto ai malati di Alzheimer: sono sempre stata affascinata dalla relazione che lega la musica alla psicologia, consapevole degli innumerevoli benefici che quest’arte porta alla nostra psiche, per questo ho scelto di approfondire un argomento piuttosto conosciuto ma su cui è bene fare chiarezza a causa delle notizie fittizie che spesso vengono esposte. Il Ministero della Salute fa sapere che nel nostro Paese sono circa 1 milione le persone affette da demenza (secondo l’ultimo aggiornamento del 10 aprile 2019), di cui circa 600 mila affetti dal morbo di Alzheimer, la forma più comune di demenza degenerativa causata dalla relativa degenerazione dei neuroni che provoca un lento declino delle capacità mnestiche e cognitive, portando col tempo ad assumere comportamenti aggressivi, stati ansiosi e depressivi. Come possiamo aiutare sia i malati che le loro famiglie a sostenere il peso di questo dolore, che nell’indifferenza della quotidianità viene troppe volte trascurato? In primis sebbene non esistano attualmente trattamenti disponibili per fermare il danno cerebrale causato dal morbo di Alzheimer, alcuni farmaci possono aiutare, temporaneamente, a migliorare i sintomi della demenza per alcune persone, in quanto aumentano i neurotrasmettitori nel cervello. Al di là delle cure farmacologiche già presenti, sono state proposte altre terapie che consistono in interventi comportamentali, di supporto psicosociale e di training cognitivo: tra questi è nota la “Musicoterapia” , che offre ai pazienti la possibilità di dialogare attraverso un linguaggio non verbale, aprendo canali di comunicazione che permettono all’individuo di esprimere le emozioni, di accedere alle proprie risorse e di valorizzarle. La Musicoterapia consiste nell’uso organizzato dei suoni all’interno di una relazione per sostenere ed incoraggiare sia un benessere fisico che mentale; le finalità del servizio sono molteplici, così come le modalità con le quali può essere praticata la terapia: vengono integrate tecniche attive e ricettive, esperienze musicali libere, creative e strutturate, oltre all’utilizzo di particolari codici espressivi mimici e sonori. Una ricerca effettuata dall’ “America Accademy of Neurology” indica tale terapia come una tecnica per migliorare le attività funzionali e ridurre i disturbi del comportamento nel malato, ma trova ampio spazio operativo anche nei casi di deficit dell’attenzione: facilita infatti il mantenimento di un adeguato livello attentivo nel tempo (attenzione sostenuta), stimola le capacità di focalizzare l’attenzione (attenzione selettiva), di eseguire più compiti contemporaneamente (attenzione divisa), e di passare ripetutamente da un compito all’altro (attenzione alternata); sono infine trattabili tramite la Musicoterapia anche problematiche comportamentali e della sfera emotiva, come i disturbi del sonno, gli stati d’ansia e di depressione. Una ricerca svolta sempre dall’accademia statunitense sopracitata, ha studiato gli effetti della Musicoterapia su pazienti che assumevano contemporaneamente un farmaco a base di memantina, molecola che svolge una moderata azione di riduzione temporanea del deterioramento cognitivo nella malattia, confrontandoli con pazienti che assumevano solo il farmaco: il risultato ottenuto consisteva in un miglioramento dei livelli di depressione e dell’appetito in coloro che praticavano anche la terapia musicale.
In questo modo gli anziani in difficoltà che spesso hanno la percezione di sentirsi lontani dal mondo che li circonda se non addirittura da loro stessi, possono giovare di una tecnica totalmente innovativa, indolore, usufruendo di un linguaggio semplice, universale e diretto per superare le proprie barriere interiori e migliorare sotto molti aspetti in riferimento al proprio malessere. Anche se in Italia questa pratica non è ancora pienamente riconosciuta a livello giuridico, viene già effettuata in molte cliniche ed ospedali, ottenendo risultati eccezionali e giovando allo stato di salute emotivo del paziente.
Ilaria